Cicli Virgina di Orazio Grenzi / Biciclette su misura / Modena, Italia / 1962 – In attività

Fonti: intervista a Palmieri Marco, nipote di Orazio Grenzi e attuale titolare della Cicli Virginia

Invenzioni: sistema di fissaggio al tubo per il cavo del freno posteriore / bloccaggio pinze freni interno al telaio / fissaggio del deragliatore anteriore direttamente al telaio

Ha collaborato con: Paletti, Giuseppe Pelà

 

La storia di Orazio Grenzi, talentuoso e creativo costruttore artigiano di biciclette, purtroppo scomparso qualche anno fa, ce la racconta il nipote Marco che a 9 anni era già in officina con lo zio, poi corridore dilettante fino al 1985 quando ne ha rilevato l’attività.

In fuga dal 1962

Orazio Grenzi inizia da giovanissimo a lavorare presso alcune botteghe artigiane di biciclette modenesi. Nel 1962, raggiunta la necessaria esperienza, apre la sua officina, nella quale per tutta la carriera ha costruito biciclette esclusivamente su misura.

Il marchio “Virginia”, che in realtà è il nome della madre, appare sulle bici qualche anno più tardi. Come altri artigiani della zona come Luciano Paletti e Licino Marastoni, con cui ha anche collaborato, si è distinto dalla media sia per la qualità dei telai che per il livello di sperimentazione. Uno di quei costruttori che in officina erano sempre alla ricerca di una nuova soluzione per migliorare le prestazioni del telaio in acciaio.
Tra le invenzioni originali che oggi possiamo ancora ammirare sulle sue biciclette c’è il particolarissimo sistema di fissaggio al tubo orizzontale del cavo freno posteriore, realizzato con speciali asole in acciaio saldate al tubo che fermano una molla in alluminio per bloccare la guaina. Fù probabilmente il primo a saldare il deragliatore anteriore direttamente al telaio oltre a creare il bloccaggio delle pinze freno all’interno del telaio senza bullone, prototipi ripresi nello stesso periodo e in modo leggermente diverso, anche da Marastoni e successivamente presenti nei primi modelli costruiti per Luciano Paletti. La maggior parte dei telai sono costruiti con la scatola del movimento centrale realizzata da Giusppe Pelà.

Orazio Grenzi e Luciano Paletti

La vita di Grenzi si intreccia più volte con quella di un altro grande artigiano modenese, Luciano Paletti, il quale ha imparato prima da lui e poi da De Rosa i segreti del mestiere.
È sempre Grenzi a costruire telai per Paletti dal 1972 al 1975 quando, chiamato dall’imprenditore Eugenio Rampinelli (vedi Cobra&REG by Roto) a dirigere la 2T Tecnotelai di Bologna, vende l’officina di Vaciglio (Modena) proprio a Luciano che per qualche anno marcherà i telai con la doppia firma Grenzi/Paletti.
La contaminazione creativa tra i due artigiani continua anche dopo, anzi è proprio grazie al passaggio dell’attività che Paletti entra in contatto con il sig. Ognibene, l’ingegnere modenese che aveva collaborato con Grenzi nella realizzazione delle sue invenzioni e che sarà poi l’artefice della complessa ingegnerizzazione dei brevetti dei freni interni e dei cavi interni al telaio di creati da Paletti.

La 2T Tecnotelai, che è stata la prima azienda al mondo a costruire biciclette da competizione in serie, chiude qualche anno dopo per problemi economici. Grenzi torna quindi a Modena per riaprire la sua officina dove continuerà a costruire telai fino al suo ritiro nel 1987, lasciando al nipote Marco l’attività.

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Fregi Grenzi/Virginia in ordine cronologico da sinistra a destra.

Paletti strada 1971 con la doppia firma Virginia/Paletti.
Congiunzioni Nervex.

Dettaglio congiunzioni primi anni 70 

 

Virginia fine anni ’60

 

VIRGINIA GRENZI SUPER SPECIALISSIMA ROAD BIKE

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Virginia Specialissima 1973, conservata. Foto Frameteller

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Grenzi fù uno dei primi a trovare una soluzione per fissare la guaina direttamente al telaio, il sistema originale, ma non brevetettato, prevedeva molle ottenute per fusione che alloggiano all’interno di due asole saldate al tubo del telaio. Soluzione poi adottata anche sui telai costruiti per Paletti.

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Il primo (o uno dei primi) tentativo di deragliatore anteriore saldato direttamente al telaio.
Una soluzione simile fu realizzata anche da Marastoni.
Nel 1978 Luciano Paletti brevettò un sistema che permetteva la regolazione dell’altezza del deragliatore,

idea ripresa e brevettata da Tullio Campagnolo.

Evoluzione del deragliatore anteriore saldato al telaio. Da sinistra a destra: brevetto Campagnolo a fascetta,  prototipo Grenzi, brevetto Paletti, brevetto Campagnolo a saldare.

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Il sistema di bloccaggio delle pinze  freni  interno al telaio, sistema applicato da Orazio Grenzi e poi ripreso anche da Marastoni
ma già esistente fino dagli anni ’30. 

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grenzi-virginia-coda-rondine-forcelliniLa sagoma particolare e immediatamente riconoscibile dei forcelllini Virginia

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Virginia Specialissima 1973, conservata. Foto Frameteller

Virginia Specialissima 1973, conservata.

 

 

Virginia strada 1969 marcata Paletti. Scatola movimento Giuseppe Pelà. / Foto RD

 

Virginia strada costruito con congiunzioni Pelà

 

Virginia pista, congiunzioni 2T Tecnotelai Bologna

 

Virginia strada 1969. Scatola movimento Giuseppe Pelà.

 

 

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Telaio Virginia Course, primi anni ’70 / Foto bg.legendary.bikes

 

Virginia strada anni ’70, telaio con testa forcella e scatola Pelà / Foto da RD

 

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Virginia Competition  primi ’80 / Foto Emanuele Biondi

 

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Virginia Competition strada fine anni ’70 / Foto Frameteller.
La testa dei forcellini posteriori in queste anni prende una forma lunga e arrotondata
che diventa un ulteriore elemento di riconoscibilità dei telai costuiti da Grenzi.

 

 

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forcella7Particolare decoro in rilievo sui foderi della forcella

tubo sterzo2Congiunzioni arabescate lavorate a mano

tubo sterzo

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forcellini posteriori2Tipica testa dei foderi posteriori superiori nei telai di Grenzi negli anni ’80.

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Virginia Specialissima 1985, conservata. Tubazioni Columbus SLX / Foto Frameteller
Uniche le decorazioni a rilievo sui foderi della forcella e le congiunzioni arabescate.