Cicli Paratella / Biciclette su misura – Torino


Fonti: documenti on-line, interviste, Pier Paolo Benedetto “Dalla leggenda del ciclismo alle bici su misura”.


Ha collaborato con: Campagnolo, Pelà, Picchio, Beltramo

Sicuramente uno dei più creativi e longevi telasti italiani riuscì nel condurre, dagli anni ’40 agli anni ’80, la propria bottega artigianale attraverso le crisi e i cambiamenti tecnologici del mercato della bicicletta.Protagonista di quella straordinaria generazione di artigiani che illuminò la Torino del pedale nel periodo Eroico, Beltramo, Pelà, Picchio, i fratelli Giamè, Paratella, tutti colleghi e concorrenti ma soprattutto amici pronti a condividere passione e idee.Fidato consulente di Tullio Campagnolo, il quale spesso si recava nella officina di Via Cuneo 7 per mostrargli l’ultima innovazione e avere da lui preziosi consigli tecnici.La raffinata e originale creatività nella lavorazione dei dettagli, unita all’alto tasso tecnico/funzionale di insieme nella costruzione del telaio fecero di Paratella un protagonista nel panorama dei costruttori di bici in acciaio da strada, ciclocross e pista in Italia e all'estero. Stimato da campioni professionisti italiani come Defilippis e molto richiesto dai mercati di Francia e Spagna, costruì bici e lavorò come meccanico per importanti squadre, seguendole nelle principali competizioni internazionali dei grandi tour su strada così come in pista.La sua scelta di una produzione limitata ad un massimo di circa 2 telai al mese era funzionale alla volontà di dedicare la massima attenzione ad ogni dettaglio artistico e tecnico di tutti i telaio costruiti.

“Perchè il telaio che va bene a lei non va bene a me”

— Corrado Paratella

Corrado Paratella, Milano 28 Settembre 1912 – Torino 4 Maggio 1994, collega e amico degli altri leggendari costruttori torinesi del suo tempo come Pelà, Beltramo, Picchio e i fratelli Giamè.

Negli anni ’30 il giovane Paratella provò con le corse, siamo ai tempi in cui ai corridori si davano premi soltanto se vincevano. È preistoria (anzi leggenda) di questo sport, con nell’albo d’oro i nomi di Belloni, Guerra, Bottecchia, Gerbi, e naturalmente Binda e Girardengo. Paratella macinò alcune migliaia di chilometri sulle gare in linea: Milano-Sanremo, Torino-Milano, Roma-Napoli-Roma. Corse in squadra e come indipendente, le gare gli servivano non tanto per conquistare qualche premio bensì per carpire i segreti delle biciclette su cui correvano i campioni.
Aveva intuito infatti che per vincere non bastava la forza dei muscoli ma serviva una biciclatta in grado di adattarsi all’atleta come il guanto alla mano. Fu il classico “uovo di colombo” a cui si dedicò con devozione, perfezionando i dettagli fino a farsi un nome nel firmamento dello sport dei pedali.

In quegli anni corse in squadra insieme a Tullio Campagnolo nel GS “Niccolò Biondi Capri”, come riportato anche nel libro biografico sulla vita di Tullio “il gigante e la lima“, edito dalla Campagnolo in tiratura limitata nel 1993 per i propri dipendenti. Tullio prima di immettere un componente sul mercato si recava sempre da Paratella per fargli testare la nuova innovazione e ricevere il suo parere tecnico. Oggi le Paratella sono ricercato tra i collezionistiì per la limitata e pregiata produzione di telai da corsa e pista.

Dalla sua bottega uscivano decine di esemplari, tutti pezzi unici, autentici gioielli. La maggior parte delle commissioni non erano dall’Italia ma arrivavano da Spagna, Germania, Francia. Il suo lavoro era apprezzato anche da diversi corridori professori italiani del tempo come De Filippis e Battistini. Come meccanico seguì squadre nei grandi appuntamenti del ciclismo internazionale compresi Giro d’Italia e Tour de France (IBAC).

"Tullio arriva da Paratella, suo amico e compagno di sudore e di polvere sulle rampe dell’Altopiano, e poiché lo vede saldare i tubi di un telaio in maniera secondo lui troppo antiquata lo aggredisce come si merita un sodale simpatico, gli promette la maschera che lui stesso ha inventato per saldare con la fiamma ossidrica. Intanto gli mostra il suo mozzo, il cambio riveduto e corretto fin quasi alla perfezione. Naturalmente, Corrado fa le sue eccezioni, come superbia e bullaggine esigono in questi casi. Tullio rincara mostrandogli un pedale che sembra - con anticipo di mezzo secolo - una scultura pop. Nuove eccezioni di Corrado, ma stavolta solo sul prezzo. Persa la pazienza, Tullio scappa in corte sotto la pioggia battente. Rientra poco dopo tutto ammollato e si toglie il cappello: "sai perchè ho preso tanta acqua? - si rivolge a Corrado - Perchè la qualità del mio cappello è così buona che me lo posso permettere. E sai quanto costa questo cappello? Il doppio di quanto costano i migliori in circolazione. Così il mio pedale, mona di uno!".Corrado non si arrabbia: la logica di Tullio lo ha pienamente convito. Quando riceverà la maschera, noterà che il suo amico aveva ragione.

— Dal libro “Il gigante e la Lima”, Edito da Campagnolo nel 1993.

Tre grandi (e ormai anziani) telaisti insieme per festeggiare il compleanno di Paratella.
Pelà a sinistra, Paratella al centro e a destra Picchio.

PARATELLA PER LA SQUADRA IBAC 1963/1964

I corridori della squadra

1963
DS Favero Pino
BATTISTINI Graziano
BRASOLIN Bruno
FERRARI Danilo
FONTONA Renzo
GIORZA Bruno
MANCA Antonio
MARTIN Walter
MINETTO Ernesto
OTTAVIANI Angelo
PANICELLI Franco
PELLEGRINI Armando
TRAMONTIN Mario
ZORZETTI Paolo

1964
DS Favero Pino
DS Favero Pino
BALDAN Renzo
BASSI Osvaldo
BATTISTINI Graziano
BONO Ernesto
DE PRÀ Tommaso
DEFILIPPIS Nino
FERRARI Danilo
Giorza Bruno
LIVIERO Dino
OTTAVIANI Angelo
SUAREZ Vasquez (ESP)

Ibac – Molteni 1963
(le due squadre insieme per il Tour de France

La squadra Ibac nel 1963

Osvaldo Bassi con la sua bici costruita da Paratella

Dal 1938 e fino ai primi anni Ottanta, Corrado costruì su misura biciclette da corsa di alta gamma nell’officina-bottega di Torino in via Cuneo 7, l’appartamento in cui viveva al piano superiore.
Torino, città che appartiene da sempre alla tradizione del miglior artigianato italiano. Il suo atelier, come spesso capitava in Italia nelle botteghe dei costruttori, un punto di incontro per i ciclisti locali.
I corridori torinesi erano sempre ansiosi di vedere e toccare con mano le ultime creazioni di questo raffinato e originalissimo costruttore di telai, insieme alle sue bici potevano trovare anche biciclette del leggendario marchio torinese Beltramo.

“Di allievi ne ho avuto uno bravo che per ho lasciato quando c’è stata la crisi della bicicletta, ha preferito i ciclomotori. I giovani non hanno tanta voglia di adattarsi a imparare un mestiere come questo. Poi bisogna fare i conti con i problemi del settore artigiano, con i costi che uno deve affrontare assumendo un apprendista.”

— Corrado Paratella

Nonostante la storia di Paratella sia poco conosciuta ai più al di fuori di Torino, i suoi telai sono oggi rinomati e molto ricercati dai collezionisti, sia per la rarità – Paratella produsse solo 20-30 telai all’anno – sia per il particolare connubio di tecnica costruttiva di massimo livello e una capacità creatività che spesso sfiorava l’opera d’arte. Qualità e non quantità quindi, nell’arco di quarant’anni di carriere di costruttore la sua produzione di telai è stimata intorno ai 700 telai in totale.

Nei quattro decenni di produzione ha sempre perseguito e attuato l’innovazione nella costruzione del telaio, sia dal punto di vista estetico con raffinate e originalissime lavorazioni delle congiunzioni, che tecnico costruttivo sperimentando sia a livello di dettaglio che nella idea stessa di geometria telaio e arrivando a creare dei veri e propri prototipi, in particolare nei telai per ciclocross. 

Tra i grandi telasti italiani lo si può quindi annoverare tra i pochissimi (meno delle dita di una mano) che sono stati in grado di rimanere al massimo livello per quattro decenni mantenendo al contempo una continua evoluzione del telaio.
È importante approfondire questo punto perché davvero interessante. L’unico costruttore, tra la rosa ristretta dei migliori costruttori italiani del iperiodo Eroico.

Paragonabile a Paratella per longevità della carriera e continua evoluzione fu Drali di Milano o Marastoni di Reggio-Emilia. Oppure, rimanendo sempre nell’Olimpo dei telaisti Eroici si può prendere ad esempio il marchio Masi che, parlando sempre di telai in acciaio, costruì i migliori telai a livello internazionale per oltre 30 anni, ma che va considerato per struttura e dimensioni più come azienda che come una piccola bottega artigianale con tutti i limiti che quest’ultima comportava. Francesco Galmozzi, grande innovatore nei primi 20 anni di produzione, ma scelse un approccio decisamente più conservatore durante il resto della sua carriera quando l’azienda si ingrandì. Sante Pogliaghi riuscì nell’innovarne lo stile dello zio Brambilla nei primi anni e poi si limitò ad aggiornamenti tecnici fino agli ultimi anni prima del suo abbandono, quando lasciò spazio a cambiamenti importanti che furono però più conseguenza dalla spinta creativa dei suoi collaboratori che farina del suo sacco. Come Galmozzi anche Giuseppe Pelà si attenne per tutta la carriera quello che per lui era il miglior risultato possibile, aggiornando senza reali innovazioni.
Con questi confronti non si vuole certo dire che Paratella fosse meglio o peggio dei suoi migliori colleghi, la scelta di Galmozzi e degli altri colleghi di mantenere per tanti anni praticamente invariati i propri telai ha infatti valore e ragion d’essere, quando il telaista è convinto che il risultato sia il migliore possibile per il ciclista perchè dovrebbe cambiare seguendo le mode del momento o inutili cambiamenti “estetici”?
Ma è importante sottolineare come Paratella sia riuscito avere una carriera così lunga costruendo sempre i telai di propria mano e quindi di fatto rimanendo in una dimensione veramente artigianale. Un risultato davvero notevole anche solo per le condizioni insalubri delle officine di quel tempo, oltre che per le fisiologiche difficoltà economiche e finanziarie delle piccole botteghe artigianali, ma soprattutto per avere avuto il coraggio di accogliere le innovazioni derivate dalle nuove tecnologie nel corso dei decenni e mettere in continua discussione il risultato del proprio lavoro.

“Ha cominciato il nonno. Era fabbro, costruiva tricicli. Gli piacevano però le donne, a noi rimase solo il mestiere”.

— Corrado Paratella

Ogni telaio costruito da Paratella è firmato da un numero seriale progressivo. Il registro originale comprensivo di tutti i seriali e relativi nomi dei proprietari, corridori professionisti compresi, è oggi conservato da un collezionista torinese. Nella maggior parte dei casi nella numerazione di 4 cifre è compreso l’anno di produzione.

Paratella parlava con calma, con inflessioni “torinesissime”. Era restio a parlare dei ricordi ma si scaldava se doveva spiegare come nasce una bicicletta da fare su misura. Allora tirava fuori il metro, si soffermava sui muscoli della coscia, le spinte, le leve. Tirava fuori turbi nerastri destinati a diventare forcelle, un giunto che andrà incastrato secondo tabelle che lui stesso aveva chiare in mente e che erano il risultato di una lunghissima esperienza. Il prezzo di una sua bicicletta, costruita e personalizzata a mano pezzo per pezzo, oscillava tra le 30.000 a 1.000.000 di Lire, non molto se confrontato con prezzi di marchi nazionali che offrivano a prezzi altissimi biciclette raffinate ma pur sempre di serie.

In bottega riparava anche alcune biciclette, ma solo per gli amici, perché quelli erano ancora qualcosa di importante nella vita del borgo. Quando però doveva preparare un telaio speciale sbarrava la porta perchè il silenzio, la clausura, erano necessarie al rito. E la bottega si faceva santuario, per un ennesimo miracolo che la tecnica più sofistica non potrà mai eguagliare.

“Il mio unico rimpianto è non avere figli, con me finisce il mestiere. Via io si chiude.”

— Corrado Paratella

IL DESIGN DEI TELAI PARATELLA

Paratella possedeva una profonda consapevolezza tecnica che maturò con l’esperienza nei telai più tecnici come stayer, pista e ciclocross, dal lavoro di meccanico per squadre professionistiche, dalla collaborazione con grandi campioni e dal rapporto unico di scambio con Tullio Campagnolo.
Come citato sopra la sua vera impresa, quasi unica nel panorama dei costruttori italiani del periodo Eroico, fu quella di unire questo saper fare tecnico con soluzioni estetiche originali e riconoscibili create negli anni ’40 e tradotte con coerenza attraverso oltre quattro decenni di produzione. Tutto questo senza mai rinunciare a mettersi in discussione, accogliendo le nuove soluzioni tecniche offerte dall’evoluzione della tecnologia delle leghe di acciaio, degli accessori per il telaio e dei componenti, e mantenendo una continua evoluzione della propria idea di telaio da corsa, da pista e da ciclocross.

IL NODO SELLA

Come per lo sterzo anche la congiunzione del nodo sella Paratella è sempre stato finemente lavorata con originali e raffinati arabeschi in stile Liberty. Le pendine nascono a fetta di salame già a fine anni ’40 per allungarsi nella forma a fine metà anni ’50. Dalla fine degli anni ’60 le teste delle pendine assumono il disegno definitivo con una punta corta, svasata e arrotondata. Il seriale era sempre impresso su questa congiunzione.

FORCELLINI

Paratella ha sempre approfondito il disegno dei forcellini posteriori e anteriori. Per tutto l’arco della carriera ha sperimentato soluzioni diverse e inedite, modificando quelli prodotti dalla Campagnolo e dalla Simplex. In alcuni casi ha firmato il design imprimendo il proprio logotipo sul forcellino modificato.

Forcelle

La forcella, forse la parte più complessa e importante di un telaio, è al centro del lavoro di Paratella. Anche in questo caso lo stile è rimasto coerente durante quattro decenni, nonostante abbia sempre sperimentato diverse soluzioni.

Congiunzioni sterzo

Fino ai primi anni ’70 sulla congiunzione alta dello sterzo Paratella inseriva sempre un oliatore. Il fine disegno arabescato in stile Liberty degli anni ’40 e ’50 si asciuga e semplifica nel corso degli anni rimanendo comunque sempre coerente e decisamente più ricco e complesso di quelli impiegati dai colleghi sui telai dell’epoca.

Scatole movimento centrale

Finemente lavorate e ben fatete, il particolare disegno degli attachi a tubi e foderi è sempre coerente con le altre congiunzioni.

Ponticelli

La filosofia di Paratella, coerenza e innovazione, venne applicata con sapienza anche il design dei rinforzi sui ponticelli del freno e tra i foderi posteriori.

Il registro Paratella con tutti i seriali dei telai con i relativi nomi degli atleti dagli anni ’40 agli anni 80.

Paratella n. 513 fine anni ’40, com cambio Campagnolo a due leve – Foto Antonio Pentrella e Oltjon Llupa

Paratella pista n. 5616 del 1956 – Foto Antonio Pentrella e Oltjon Llupa

Paratella n. 5727 del 1957

Paratella n. ???? circa 1956/8, telaio con forcellino Simplex Competition per il cambio Simplex TDF – Foto via Paramanubrio

Paratella n. 5833 del 1958

Paratella n. 615 del 1961 – Foto Frameteller

Paratella n. 6255 del 1962, telaio per ciclocross – Foto Enrico Musso

Paratella costruita per la squadra IBAC del 1963, restaurata. In base al numero di serie, ai dettagli del telaio, al colore e alla storia che l’accompagnava, si ipotizza che il corridore fosse Bruno Giorza, uno dei due corridori della squadra IBAC di Torino, l’altro era Nino Defillipis che corse per la Carpano nel 1963, poi per l’IBAC nel 1964. Giorza corse per l’IBAC nel 1963 e nel 1964 – Foto Douglas Charles

Paratella n. ???? del 1967 – Foto Antonio Pentrella e Oltjon Llupa

Paratella n. 678? del 1968 – Foto Art Bikes

Paratella n. ???? del 1970 – Foto Troppebici

Paratella n. ???? del 1970 – Foto Elvezio Lazzarin

Paratella stayer n. ???? anni ’70

Paratella n. 7220 del 1972 – Foto Art Bikes

Paratella n. ???? del 1972 – Foto Matteo Serra

Paratella n. 7322 del 1973 – Foto Art Bikes

Paratella n. 7337 del 1973

Paratella n. 306415 del 1978 – Foto Frameteller

Paratella n. 7816 del 1978 – Foto Art Bikes

Paratella n. 839 del 1983 – Foto Art Bikes

Paratella prototipo ciclocross, senza seriale, anni ’80 – Foto Art Bikes

Paratella prototipo ciclocross, senza seriale, anni ’80 – Foto Art Bikes