Paratella 1961
Paratella serial N° 615
1961
Framebuider: Corrado Paratella
Condition: repainted, original decals
Tubing: Libellula
Derailleurs: Campagnolo Gran Sport
Crankset : Campagnolo Record
Bottom bracket: Campagnolo “con sfere”
Headset: Campagnolo Record <C>
Brakes set: Universal 61
Saddle: Brook Professional
Seatpost: Campagnolo Gran Sport
Handlebar & stem: Ambrosio
Pedals: Campagnolo Record
Hubs: Canpagnolo Record
Rims: Nisi
Photo: Frameteller
Galmozzi Raimondi early 60s
Galmozzi for Raimondi
Early 60s
Framebuider: Galmozzi
Condition: preserved
Tubing: Columbus SL
Derailleurs: Campagnolo Gran Sport
Crankset : Campagnolo Gran Sport
Bottom bracket: Campagnolo “con sfere”
Headset: Campagnolo Record
Brakes set: Universal 61
Saddle: UNICA
Seatpost: NITOR
Handlebar & stem: Ambrosio Champion
Pedals: Campagnolo Record
Hubs: Canpagnolo Record
Rims: Nisi
Photo: Frameteller
Cimatti 1951
Cimatti 1951
Serial: C17839
Framebuider: factory
Condition: restored
Decals: original “coppale”
Tubing: Libellula
Dropouts: Campagnolo Cambio Corsa
Derailleur: Campagnolo Cambio Corsa
Crankset : FB Fratelli Brivio
Bottom bracket: Magistroni
Headset: Magistroni
Brakes set: Universal 49
Handlebar & stem: Ambrosio alloy
Pedals: Sheffield SPrint
Hubs: Campagnolo Gran Sport
Saddle: FNI Bologna
Rims: Nisi
Photo: Frameteller
Cimatti 1953
Cimatti 1953
Serial: C24570
Framebuider: factory
Condition: restored
Decals: original
Tubing: Libellula
Dropouts: Campagnolo Gran Sport 1952/3 (4mm screw)
Derailleurs: Campagnolo Gran Sport 1953 (6 holes, screws fixing with through hole)
Crankset : Magistroni “Giostra”
Bottom bracket: Magistroni
Headset: Magistroni
Brakes set: Universal 51
Handlebar & stem: Ambrosio Champion
Pedals: Sheffield SPrint
Hubs: Campagnolo Gran Sport
Rims: Nisi
Photo: Frameteller
Cimatti 1950
Cimatti 1950
Serial: C15737
Framebuider: factory
Condition: restored
Tubing: Columbus SL
Derailleurs: Campagnolo Cambio Corsa
Crankset : Magistroni
Bottom bracket: Magistroni Nick Crom
Headset: Magistroni Cimatti
Brakes set: Universal 5501 (1950 only)
Saddle: FNI Bologna
Handlebar & stem: Cinelli steel
Pedals: Sheffield
Pump: Brambilla BSA
Hubs: FB Cimatti
Rims: Nisi
Saddle: F.N. Bologna
Toe clips and straps: Cornez, Binda
Photo: Frameteller
Umberto Testi 1950
Umberto Testi 1950
Framebuider: Antonio Alpi
Condition: restored by Frameteller
Decals: Water decals
Tubing: Weinmann
Dropouts: Campagnolo
Derailleurs and shifters: Campagnolo “Due Leve”
Crankset : Fratelli Brivio FB
Bottom bracket: Magistroni
Headset: Magistroni
Brakes: Universal 51 (first model)
Stem: Ambrosio steel
Handlebar: Ambrosio alloy
Pedals: Sheffield Sprint
Umberto Testi 1953
Umberto Testi 1953
Framebuider: factory
Condition: preserved
Tubing: Columbus SL
Dropouts: Campagnolo Gran Sport – registers 4mm
Derailleurs and shifters: Campagnolo Gran Sport
Crankset : L. Magistroni
Bottom bracket: L. Magistroni Nick Crom
Headset: Magistroni
Brakes: Universal 51
Handebar/Stem: Ambrosio Champion
Pedals: Sheffield Sprint
Umberto Patelli 1974
Umberto Patelli 1974
Condition: Preserved
Framebuilder: Luigi Patelli
Frame/Fork: Columbus SL
Lugs: Nervex
Group: Campagnolo Nuovo Record
Saddle: Cinelli Unicanitor
Handebar/Stem: Cinelli Criterium
Rims: Ambrosio
Ph. Frameteller
U. Patelli 1960
Umberto Patelli Special Course 1960
Condition: Restored
Framebuilder: Umberto Patelli
Frame number: 20
Frame/Fork: Reinolds 541
Lugs: /
Crankset: Magistroni Senior
Pedals: Campagnolo Record
Brake set: Universal Extra 453949
Saddle: Ideale 44
Handebar/Stem: Ambrosio Champion
Rims: Nisi Moncalieri Torino
CIMATTI
CIMATTI
Bologna 1932 – primi anni ’70
Fonti: Archivi ciclismo / il Resto del Carlino / Wikipedia
Palmarès: Maco Cimatti medaglia d’Oro su Pista alle Olimpiadi di Los Angeles del 1932 / 4 tappe al Giro d’Italia / Giro dell’Emilia 1934 / Milano-Sanremo 1937, 3° classificato
Agonismo: Squadra professionisti Cimatti: Casola, fratelli Zanazzi, Cecchi, Barozzi
Marco Cimatti nasce il 13 febbraio 1913 a Bologna. La sua forza come ciclista emerge già nella categoria dilettanti e, a soli 19 anni, viene selezionato per la decima Olimpiade dove, in sella ad una bici costruita dal concittadino Amleto Villa, vince l’oro nell’inseguimento a squadre alle Olimpiadi di Los Angeles del 1932.
Atleta poliedrico, valido passista, veloce e ottimo pistard, si è distinto in diverse specialità, oltre all’Oro Olimpico nella sua carriera ha vinto anche quattro tappe nei Giri d’Italia del ’37 e ’38 e un Giro dell’Emilia nel ’34. Si è ritirato dalle corse nel 1940, a soli 27 anni, a causa dell’inizio della guerra.
Nel 1937, anno in cui giunge terzo nella Milano-Sanremo, Cimatti insieme alla moglie Gemma Parini apre l’officina per la riparazione e la costruzione di biciclette in via Lame a Bologna. Dal 1948 al 1950 ha dato vita anche alla omonima squadra di professionisti, tra le sue fila alcuni validi corridori come Casola, i fratelli Zanazzi, Cecchi e Barozzi. Alla vigilia della guerra l’impresa ha già superato la dimensione artigiana ed è in grado di rispondere a incarichi anche di notevole entità. Nel 1945, riparati i danni subiti dai bombardamenti, l’azienda ritorna operativa e viene ampliata con un altro negozio in via Ugo Bassi. L’anno seguente contando già 30 operai l’officina viene trasferita in uno spazio più grande in via Casarini, dove alla produzione di biciclette viene aggiunta quella di telai per micromotori.
La Cimatti partecipò alle grandi competizioni come Giro d’Italia e Tour de France dal 1947 al 1950. Nel 1948 riuscì nell’impresa di competere con le favorite Bianchi, Legnano e Wilier, rispettivamente guidate da Coppi, Bartali e Magni. Nel Giro del 1956 Ezio Cecchi della Cimatti perse la maglia rosa solo all’ultima tappa a causa di una foratura a causa della quale venne superato in classifica da Magni per soli 11 secondi, ancora oggi il minor distacco tra primo e secondo classificato nella storia del Giro d’Italia. Tra i corridori che hanno corso con la maglia Cimatti, Ezio Cecchi, Renzo Zanazzi, Danilo Barozzi, Pietro Giudici.
Negli anni ’50, quando i sintomi della crescita del benessere diventavano concreti e l’Italia si avviava verso il boom economico, Cimatti decide di affiancare all’officina anche una fabbrica per produrre ciclomotori e motociclette che in breve tempo si affermerà sul mercato nazionale e internazionale.
Marco Cimatti ci ha lasciati il 21 maggio 1982.
Il palcoscenico olimpico Rose Bowl di Los Angeles, 1932 cerimonia inaugurale.
La squadra italiana alle Olimpiadi di Los Angeles nel 1932.
Medaglia d’oro nei 4000 inseguimento a squadre.
Cimatti al centro (sopra) il primo a destra (sotto).
Un particolare brevetto Cimatti del 1946. Il pedale, presentato al Salone di Milano del 1946, aveva il vantaggio di eliminare il famoso “punto neutro”.
Illustrazione di Rebour per la rivista francese “Le Cycle” 1946.
Annuncio pubblicitario Cimatti
Fregi Cimatti
COLNER
COLNER
San Lazzaro di Savena (BO) 1976 – 2002?
Fonti: Reclus Gozzi (Rauler) / Troppebici / Classic Randezvous / Giroditaliadepoca /
La cicli Colner (COLNago + ERnesto) nasce ufficialmente nel 1974, produzione dei telai e distribuzione delle biciclette complete venne affidata alla Velosport, di San Lazzaro di Savena in provincia di Bologna. Il nuovo marchio dava a Ernesto Colnago la possibilità di correre con due squadre contemporaneamente, dal 1974 l’UCI permise infatti la possibilità di iscrivere una sola squadra di professionisti per marchio. Il modello di business era invece quello di una linea biciclette di livello medio alto con una produzione completamente indipendente dalla Colnago, da inserire sul mercato ad un prezzo leggermente più basso e con una diversa distribuzione, in particolare nelle regioni del sud Italia.
Le Colner, contraddistinte dal simbolo dell’Asso di Picche raggiunsero presto un notevole successo commerciale, tanto che Mario Martini di Lugo ne verniciò 700 solo nel primo anno. Le bici, costruite con tubi Columbus SL ed equipaggiate con gruppi Campagnolo, erano di alto livello, molto simili alle cugine Super della Colnago e, in alcuni casi, anche più leggere, questo almeno nei primi anni di produzione. Probabilmente il progetto fu messo in cantiere da Colnago già uno o due anni prima, sono conosciuti infatti dei telai costruiti antecedentemente al 1974 già con l’asso di picche pantografato insieme al trifoglio Colnago, dopo la presentazione ufficiale del marchio i due simboli non furono mai più affiancati sullo stesso telaio.
Colner speciali Squadra Corse
Oltre alle bici di serie, costruite ed assemblate esternamente alla Colnago da artigiani come Romani di Parma, Technotube e Simoncini, la Colner offriva anche bici su misura per diverse squadre, come la belga Usboerke-Colner nel’74/75 e l’italiana Vibor nel ’77/78, per la quale correvano l’allora esordiente Visentini, come pure Boifava e Panizza.
Questi telai speciali erano costruiti e assemblati dalle esperte mani dei Fratelli Gozzi (Rauler) di Reggio Emilia e da Lupo Mascheroni.
Graeme Gilmore con maglia Squadra Usboerke-Colner e bici Colner, i dettagli delle congiuzioni ricordano quelle di produzione Gilardi
"My bike builder was Lupo Mascheroni from Milan - he built all Patrick Sercu’s bikes as well. He set up & kept a jig for my bikes - so I would just ring him & he would make the same all the time - my Sixday bikes were made more like a sprinters bike with the seat angle steeper than a “normal” 6 bike ! Which suited me better as I only rode 50mm behind the bracket! Forgot the degrees now ! But I rode the same shape bikes in over 100 sixes ! Lupo just changed the decals & paint job on the frame to match the bike sponsor from the team I was riding that year !"
— Graeme Gilmore
Squadra Usboerke Colner, 1975
Robert Bill su bici Colner, medaglia d’oro nell’inseguimento a squadre alle Olimpiadi di Mosca del 1980
Prime decals Colner, firmate con marchio Colnago.
Le primissime Colner mantengono il simbolo Colnago sotto alla scatola del movimento centrale.
Il simbolo Colner forato nella scatola del movimento centrale.
Colner strada anni ’70 / Foto Ciclicorsa
Colner pista anni ’70
Colner 1973 per Eddy Merckx. Sul telaio, costruito per la squadra corse Molteni, sono visibili sia gli Assi di Picche sulle congiunzioni e sulla testa forcella, sia l’Asso di Fiori Colnago sulla scatola del movimento centrale. Foto Simone d’Urbino.
Villa Amleto '69
Villa Amleto 1969 (Amleto's personal bike)
Condition: Preserved
Framebuilder: /
Frame number: /
Frame/Fork: Columbus SL
Lugs: /
Handlebar and stem: Cinelli
Group: Campagnolo Nuovo Record
Hubs: Fratelli Brivio
Saddle: Cinelli Unicanitor
Handebar/Stem: Cinelli
Ph. Frameteller
Villa Amleto Stayer
Villa Amleto Stayer
Condition: Preserved
Framebuilder: /
Frame number: /
Frame/Fork: /
Lugs: Nervex
Handlebar and stem: Cinelli steel
Cranset: Magistroni
Hubs: Fratelli Brivio
Saddle: /
Rims: /
Ph. Frameteller
Villa Amleto pista
Villa Amleto Pista
Condition: Preserved
Framebuilder: Brambilla / Milano
Frame number: 096 (Brambilla numbering)
Frame/Fork: /
Lugs: BSA
Handlebar and stem: Cinelli steel pista
Cranset: Magistroni
Hubs: SIAMT Super
Saddle: Perjohon
Handebar/Stem: Cinelli
Rims: Fiamme brevetto Longhi red label
Ph. Frameteller
Rauler Profil '84
Rauler System Profil 1988
Condition: Preserved
Framebuilder: Fratelli Gozzi
Paintwork: Mario Martini
Frame number: /
Frame/Fork: Columbus custom design by Rauler
Lugs: Cinelli
Group: Campagnolo Record
Saddle: San Marco Concor
Handebar/Stem: 3TTT
Rims: Campagnolo Record Strada
Ph. Frameteller
Suzzi by Marnati '72
Suzzi by Marnati 1972
Condition: Preserved
Framebuilder: Marnati
Frame number: 50
Frame/Fork: Columbus SL
Lugs: /
Group: Campagnolo Nuovo Record
Saddle: San Marco Concor
Handebar/Stem: Cinelli
Rims: Nisi
Ph. Frameteller
Suz
Somec for Villa 1980
Somec for Villa - 1980
Condition: Preserved
Framebuilder: Somec
Frame number: C 375
Frame/Fork: Columbus SL
Group: Campagnolo Super Record black anodized
Saddle: 3TTT SL
Handebar/Stem: Cinelli Criterium
Rims: Nisi Sludi
Ph. Frameteller
S. Patelli Super Record '75
Sergio Patelli Super Record Titanium 1976
Condition: Preserved
Framebuilder: Luigi Patelli
Frame number: /
Frame/Fork: Columbus SL
Lugs: Nervex
Group: Campagnolo Record/Super Record Titanium
Saddle: San Marco squadra corse
Handebar/Stem: Cinelli
Rims: Nisi
Umberto Patelli Titanium 1975
Umberto Patelli Titanium 1975
Condition: Preserved
Framebuilder: Luigi Patelli
Frame number: /
Frame/Fork: Columbus SL
Lugs: Nervex - Georg Fisher bottom bracket shell
Group: Campagnolo Nuovo/Super Record Titanium
Saddle: Brooks B17 Professional hand made custom
Handebar/Stem: Cinelli
Rims: Martano
Ph. Frameteller
MALAGUTI
MALAGUTI
Bologna 1930 – 2012
Cicli Malaguti / Biciclette su misura – poi azienda di motocicli / San Lazzaro di Savena (BO), Italia / 1930 – 2012
Ha collaborato con: Cinelli, Frejus, Legnano, altri marchi italiani e stranieri
Agonismo: squadra professionistica, campionato italiano dilettanti su pista e strada negli anni ’40-’50 / Petrucci, vincitore della Milano-Sanremo nel 1952 e ’53.
Fonti: Archivio storico Malaguti / Malaguti, una vita tra le moto e i rossoblù di Valerio Varesi Repubblica 27-4-2003 / Paramanubrio / Classic Randezvous / Velo-retro.com
Antonino Malaguti ha passato tutta la vita in equilibrio su due ruote, fin quando da bambino si impegnava sulle salite di San Giovanni in Persiceto dove nacque nel 1908. Correre in bicicletta è sempre stata la passione della sua vita, indole agonistica che a causa un incidente incanalò poi con grande successo nella sua officina per la costruzione di biciclette, nella quale ogni anno lo andavano a trovare personaggi come Bartali e Coppi.
L’officina meccanica Malaguti apre nell’inverno del 1930 a San Lazzaro di Savena in via Bondi, in un piccolo capannone, con dieci dipendenti e senza riscaldamento.
Subito dopo la pausa della guerra Malaguti riprende l’attività dell’officina dando vita anche ad una squadra professionistica che equipaggia e sponsorizza, il team annovera campioni come Loretto Petrucci, vincitore della Milano-Sanremo nel 1952 e ’53.
Dei telai Malaguti si sa poco o nulla, a giudicare però dalla qualità delle innovazioni tecnologiche uscite dall’azienda dovevano essere di ottimo livello. Nel 1949 Antonino Malaguti rivela intuito e profonda capacità tecnica, qualità che lo hanno accompagnato lungo tutta la carriera di meccanico e imprenditore, brevettando le prime congiuzioni senza saldatura per i telai delle biciclette, ottenute direttamente dai tubi tramite estrazione.
Le congiunzioni Malaguti ebbero subito grande diffusione, scelte anche da molti costruttori tra i quali grandi marchi come Frejus, Legnano o Cinelli che le utilizzò su tutti i telai fino ai primi anni ’60.
“1947-51The Modello Speciale Corsa Lusso (Special Racing Luxury) frame has a semi-sloping fork crown (not full-sloping) with or without spear point on outside of the fork leg and a Malaguti “Frejus-style” seat lug with separate seat tube collar; frame production is approximately 250-300 frames per year. The frame features chrome Malaguti “wolf’s ears” head lugs, chrome fork, four chrome rings on the seat tube, lozenge-shaped “CINELLI” decal on the down tube, an open cable run beneath top tube for rear brake cable (sometimes internal rear-brake cable routing) and eyelets for fenders.” (dalla timeline Cinelli / via velo-retro).
Dalla bici agli scooter.
Negli anni del dopoguerra l’Italia si motorizza, in Emilia più che altrove la piccola industria meccanica avvia nuove soluzioni e sperimentazioni e Malaguti aggiunge alle sue biciclette l’appendice del motore ausiliario, creando così quell’ibrido tra moto e bicicletta che passerà alla storia con il nome di ‘mosquito‘.
Dalla fine degli anni ’50 la Malaguti ha continuato nella progettazione di mococicli economici a basssa cilindrata diventando negli anni 80 leader del settore. L’azienda ha chiuso nel 2012 mantenendo esclusivamente la produzione di biciclette a propulsione elettrica.
PATELLI
PATELLI
Bologna 1948 – 1998
CICLI PATELLI “Biciclette di classe“
Umberto Patelli / Vendita bici su misura / Bologna, Italia / 1949 – 1998
Sergio Patelli / Corridore / Vendita bici su misura / Bologna, Italia / 1965 – 1998
Luigi Patelli / Maestro artigiano costruttore / Bologna, Italia / 1940 – 1988
Fonti: Camera di commercio di Bologna / intervista a Sergio Patelli e il figlio Fausto / intervista a Dario Venturi e Roberto Morelli (dal 1998 titolari della Cicli Patelli snc)
Agonismo: 1953 Sergio Patelli, Campione Italiano Dilettanti / 1957 G.S. Patelli, Campione Italiano Dilettanti
Hanno collaborato con: Rauler, Ortelli, Testi, Veneziano
> Catalogo 1984 > Catalogo 1985 > Catalogo 1986
Per tutta la vita i fratelli Umberto, Luigi e Sergio Patelli si sono sostenuti a vicenda, insieme hanno attraversato un secolo di guerre e miseria. Ma nella loro storia c’è un quarto elemento che la rende speciale, una particolare energia che ha rafforzato il loro legame oltre il sentimento fraterno, l’inesauribile passione per la bicicletta.
Durante la guerra.
Nei primi anni ’40 prima Umberto e poi Luigi vengono assunti alla Cicli Testi di Bologna, piccola azienda artigiana specializzata nella costruzione di biciclette che una ventina d’anni più tardi diventerà una importante azienda motociclista.
Sergio, nato nel giugno del 1928, è il più piccolo e sicuramente il più ossessionato dei tre dalle biciclette, cosa ci può essere di meglio nella vita che lavorare sulle bici insieme ai fratelli maggiori? Niente, però erano proprio loro a inibirlo “siamo già in due a far questo mestiere Sergio! Bisogna che tu fai qualcos’altro.” e lo mandano a fare il calzolaio dove non resiste a lungo “mi facevano legare lo spago tutto il giorno” dopo un anno di sofferenze infatti riesce a farsi assumere dalla Testi, dove il fratello Luigi nel frattempo è già un saldatore provetto, mentre lui viene assegnato all’assemblaggio con Umberto, ma solo dopo aver passato un periodo di “gavetta” durante il quale ha costruito qualche migliaio di ruote.
S.P.: “Luigi era un incosciente totale. Un giorno, durante la guerra, gli alleati stavano bombardando il piccolo ponte a pochi metri da casa nostra e lui stava lì, alla finestra mentre a voce alta gli dava degli imbecilli perché non riuscivano a centrarlo. Quando gli ho fatto notare che era il caso di scappare giù nel rifugio e che potevamo anche morire da un momento all’altro lui mi ha detto – Sergio vacci te nel rifugio e subito! Però stai attento e copriti che è umido e ti vengono le artriti – Beh, in effetti poi le artriti mi son venute davvero.“
La tragedia della guerra non ha risparmiato nessuno, tantomeno la famiglia Patelli che ha perso la mamma a soli due mesi dalla resa.
Dopo la guerra.
Nel 1948 tutti e tre i fratelli si licenziano dalla Testi, pochi mesi dopo Umbeto apre il negozio in via San Vitale dove assume i due fratelli. La bottega, che vende biciclette da passeggio e telai speciali da corsa saldati da Luigi, rimane in attività fino al 1964 quando Umberto ne trasferisce la sede in via Matteotti e Luigi apre una sua officina in via Massarenti che attrezza a dover per la costruzione dei telai. Nel frattempo, sei anni prima, Sergio aveva aperto un negozio a suo nome nel quartiere Corticella, dove era andato ad abitare e dove era molto popolare grazie ai suoi successi da corridore, come il Umberto vende bici da corsa saldate da Luigi oltre ad accessori vari e abbigliamento sportivo.
Entrambi i negozi ebbero da subito un grande successo e tutti e tre si trovarono a lavorare anche 12 ore al giorno per tenere dietro alle tante commissioni.
Gli atti di apertura delle rispettive attività dei tre fratelli Patelli.
Umberto, Sergio, Luigi, il triangolo d’acciaio.
Ricapitolando, Luigi salda i telai grezzi sia per Sergio che per Umberto, i quali entrambi le firmano a proprio nome ma nel frattempo si aiutano a vicenda alternandosi nel lavoro di finitura e assemblaggio.
S.P.: “Io e Umberto ci davamo spesso il cambio nel processo di finitura che consisteva nell’andare fino a Funo (provincia di Bologna) dove c’era un artigiano che faceva la sabbiatura fine, i telai sai sono delicati e le altre sabbiature non andavano bene.
Poi bisognava passare da Lanciotto Righi, il “Mago della Lima”, il migliore in assoluto nella finitura a mano, di giorno faceva il limatore alla Testi e noi gli portavamo i telai direttamente a casa la sera. Poi c’era la fresatura e la cromatura durante la quale ai nostri telai facevamo fare il bagno integrale, così venivano ricoperti interamente da uno strato di Nichel che li avrebbe protetti a vita dalla ruggine.
Io poi ero particolarmente pignolo, un giorno mi è capitata in mano una scatola del movimento centrale di Cinelli fatta un po’ male, da quella volta sono sempre andato direttamente da loro con il campione in mano e le sceglievo una ad una. Ero diventato famoso alla Cinelli per questa mia pignoleria e Cino lasciava detto agli impiegati di chiamarlo quando arrivava Sergio Patelli perché ci teneva sempre a scambiare due chiacchere con me, solo che mia moglie mi faceva sempre una gran fretta perché il giro da fare era lungo, dovevo passare anche da quello delle pompe artigianali e poi il maglificio per le divise, le scarpe…”
Dodici anni dopo.
Nel 1976, Umberto acquista un capannone in via Paganino Bonafede dove apre una grande officina per la costruzione di telai su misura, oltre alla produzione di dime, accessori e attrezzi da vendere nei due negozi. Il maestro saldatore e pantografo è ovviamente sempre Luigi, il quale nel frattempo è diventato un abilissimo artigiano, in officina anche alcuni operai addetti all’assemblaggio e alle rifiniture. I telai Patelli diventano ben presto ambiti per leggerezza, qualità e finitura dei dettagli sia tra i corridori che tra i meccanici della regione e poi in tutta Italia.
L’officina è rimasta in attività fino al 1990, da quel momento in poi la saldatura dei telai viene affidata a terzi di cui i fratelli avevano stima, come l’artigiano “Silvestro” di Pianoro. Nel ’97 Umberto, arrivato alla pensione, ha lasciato il negozio di via Matteotti ai suoi collaboratori Roberto e Dario, grazie ai quali oggi la Cicli Patelli è ancora un prezioso punto di riferimento per i ciclisti bolognesi. Nello stesso anni anche Sergio chiude il negozio dopo 40 anni di attività.
Sergio Patelli.
Diversamente dai fratelli Sergio correva in bici e correva anche veloce. Da dilettante ha vinto ben 49 gare, un Giro del Sestriere e il titolo di Campione Italiano nella cronomotro a squadre del 1953, alla media di 42,2 kmh su 120 km delle strade di allora.
S.P.: “Ci fu una volta nel ’47, quando correvo per la Velo, che sono partito da solo per partecipare come indipendente alla gara internazionale Gran Premio del Rosso di Montecatini. A un certo punto abbiamo affrontato il monte Oppio, una salita durissima che non si vedeva mai la fine, mai, a un certo punto mi è scappata la pazienza e mi sono fermato sul fianco della strada e da una delle mie cinque tasche ho tirato fuori una ciambella. Niente roba strana eh?! Solo una ciambella.
Non ho fatto in tempo a finirla che vedo uno della giuria corrermi incontro e urlare “Ma te! Cosa fai? Sei pazzo? Eri terzo e ti fermi a mangiare??! Dai che ti son passati davanti in tanti ma forse arrivi ancora tra i quindi premiati!”.
A quel punto son tornato in sella e sono andato dietro al gruppo, arrivato alla prima curva mi sono accorto che in realtà ero già arrivato in cima e son cominciate le discese, giù fino a Montecatini. Una volta arrivato sulle strade del paese una macchina mi si è messa davanti facendomi cadere, accumulo ancora ritardo ma riesco ad alzarmi e a ripartire Quando arrivo allo stadio c’è quel signore di prima “Ma dove sei sparito un’altra volta??? Dai allora corri che forse ce la fai! Vaiiii!!!”. Entro nello stadio e scopro di essere arrivato quindicesimo! Mi diedero come premio ben 1.500 lire e poi altre 6.500 perché ero il più giovane tra i premiati, avevo 19 anni.”
Sergio si ritira dall’agonismo nel 1954 a 26 anni. “Mi ero fidanzato e poi volevo lavorare con i miei fratelli“. Peccato perché era davvero un talento promettente ma la categoria Dilettanti in quegli anni non era cosa facile. Oggi ha 88 anni e un giovanissimo senso dell’umorismo
S.P.: “Tra fratelli ci siamo sempre aiutati, sempre insieme. Luigi, il più grande di noi quattro, fece la bici anche a mia sorella, che ovviamente era anche la sua. Dopo le corse mi chiamava sempre per sapere com’era andata e se avevo preso la pioggia veniva a casa mia, svitava la sella e la massaggiava con il grasso, così che non facesse le grinze. Quando ho aperto il negozio mi ha costruito una pompa enorme e indistruttibile ma anche bella dura da spingere. È ancora qua, la pompa, pronta per quelli che vengono a trovarmi con le ruote sgonfie, adesso però gli dico che se la devono usare da soli.”
Paolo Giordani, collaboratore di Umberto Patelli.
TESTI
TESTI
Bologna 1934 – anni ’80
Fonti: Archivio storico Umberto Testi, ricerche su archivi online, libri e riviste dell’epoca.
Palmarès: 1947 Campione del Mondo Dilettanti
Campione Italiano 1947 e 1950
Umberto Testi Bologna. Tecnica con fantasia.
Umberto Testi fondò l’azienda Cicli Testi a Bologna nel 1934 con lo slogan “Tecnica con fantasia”. La produzione si distingueva dalla media dell’epoca per la qualità e finiture e in breve la fama delle biciclette Testi si diffuse su tutto il territorio nazionale. L’impegno profuso dal figlio Umberto anche nel settore delle competizioni, portò gli organizzatori del giro d’Italia del 1946, in occasione della tappa che parte proprio da Bologna, ad organizzare la punzonatura delle biciclette proprio nella sua bottega.
Nel 1947, a coronamento dell’impegno nelle corse, la ditta Testi si fregiò anche del titolo di Campione del mondo dilettanti, vincendo con il bolognese Benfenati il mondiale di Parigi.
Nel 1949 l’azienda avviò la produzione dei primi telai in lamiera stampata per ciclomotori. I telai Testi erano realizzati ed utilizzati anche da altri costruttori dell’epoca, tra i quali la Garelli e la Demm. Alla fine degli anni ’50 l’azienda, guidata dal figlio Erio, si trasferì a San Lazzaro di Savena (lo stesso paese dove ebbero sede aziende come OMAS, FT Bologna, REG-ROTO-COBRA e uno stabilimento Campagnolo, cambiando nome in “Velomotor e specializzandosi nella produzione industriale di motocicli distribuiti in tutto il mondo.
Fu alla Testi che, all’inizio degli anni ’40, i fratelli Patelli appresero le prime nozioni per la costruzione di telai per biciclette da corsa.
La maggior parte dei telai Testi, ma non tutti, sono ben riconoscibili per la particolare forma delle congiunzioni molto appuntite e allungate dello sterzo e e del nodo sella, la testa forcella con uno svuoto largo al centro e per il numero seriale sul lato destro del nodo sella.